Dal 1983 iniziò la svolta: le aliquote da 32 passarono a 9, la prima aliquota sui redditi fino a 11 milioni di lire dal 10 passò al 18% e l’ultima sui redditi oltre 500 milioni passò al 65%. Allora c’erano i governi Spadolini e poi Fanfani.
Dal 1989 i governi Goria e De Mita portano sconti per tutti: le aliquote si riducono a 7, la prima aliquota sui redditi fino a 6 milioni di lire passò al 10% e l’ultima sui redditi oltre 300 milioni di lire passò al 50%. Un gradito regalo (un grosso sconto sulle imposte) per il non più giovane ma ricchissimo Berlusconi, che si accingeva a scendere in politica.
Ci sono state altre variazioni nel corso degli anni. Comunque, dal 2004 fino ad oggi,le aliquote sono 5. La prima aliquota sui redditi minimi fino a 15.000 euro corrisponde al 27%, mentre l'ultima aliquota, la più alta, riguarda i redditi oltre i 75.000 euro e corrisponde al 43%.
Il succo della questione è che a partire dal 1974 l’irpef è andata progressivamente adiminuire per i redditi alti e ad aumentare per i redditi bassi.
Chi è interessato a conoscere la storia completa delle aliquote irpef in Italia può consultare questa pagina. Si aprirà un documento pdf di 59 pagine della scuola superiore del ministero dell’economia e finanze; tranquilli, non dovete leggere tutto ma andare direttamente a pag. 29 o 30 dove si trova un’appendice con i prospetti per il calcolo dell’irpef dal 1974 fino ai nostri giorni.
Avete capito? Negli anni 70 i ricchissimi (cioè chi guadagnava più di 500 milioni di lire all'anno) pagavano il 72% sulla parte di guadagno oltre i 500 milioni l'anno, oggi invece pagano il 43%. In pratica, chi guadagna 250.000 euro all'anno paga la stessa percentuale di chi ne guadagna 75.000, ovvero il 43%, violando il criterio di progressività dell'articolo 53.
Alla faccia del debito pubblico da risanare, eh?
E i poveri? Sono passati magicamente dal 10% al 23% e non si sono neppure lamentati, perchè troppo ignoranti per capirlo. A quanto pare, risanare il debito pubblico spetta solo a noi.
La costituzione italiana è scritta bene, è piena di cose giuste. Ma non la rispettano, o meglio, la rispettano interpretandola a nostro svantaggio, tanto non ce ne accorgiamo.
SONO 10 ANNI CHE INVIO FAX, RACC. A/R , E-mail , ETC . ACAPI DI GOVERNO, CAPI DI STATO, CAPI PARTITO, GIORNALI, ETC. SUL PARADOSSO ALIQUOTA IRPEF MAX. PASSAGIO DAL 72 AL 43%.
RispondiEliminaUNA SOLA RISPOSTA NEL 2007 DA PRODI: LEI HA RAGIONE.pierpaoliprimo@gmail.com
SONO 10 ANNI CHE INVIO FAX, RACC. A/R , E-mail , ETC . ACAPI DI GOVERNO, CAPI DI STATO, CAPI PARTITO, GIORNALI, ETC. SUL PARADOSSO ALIQUOTA IRPEF MAX. PASSAGIO DAL 72 AL 43%.
RispondiEliminaUNA SOLA RISPOSTA NEL 2007 DA PRODI: LEI HA RAGIONE.pierpaoliprimo@gmail.com
Nel forum sul sole 24 ore relativo alla guerra tra poveri sulle pensioni ho introdotto l'argomento relativo all'aliquota Irpef massima del 43%, partita negli anni 70 dal 72% . Per reperire le risorse basterebbe tornare al 45% pre- Berlusconi. +2%= circa 8 miliardi di euro di maggiori entrate. Sono stato censurato!
RispondiEliminaIo lo dico da ANNI e questi IMBECILLI pensano alla Flat Tax: FOLLIA!
RispondiEliminaL'articolo 53 della Costituzione è violentato e messo in soffitta e restano in vigore gli articoli 25 e 30 dello statuto albertino.
RispondiEliminaCon le sue differenze di trattamento tra categorie sociali, con i tributi proporzionali sui consumi che davano un gettito maggiore di quelli diretti e con la libertà di evadere per le solite categorie sociali! A quando la Vera Riforma tributaria fondata sull'accertamento dei redditi effettivi per poi applicare il criterio della progressività dell'intero sistema tributario sulla capacità contributiva effettiva e non sul reddito che è tutta un'altra coosa? Per una migliore informazione leggere il verbale di discussione n° 130 dell'Assemblea Costituente del 23 maggio 1947! E' attualissimo!